Assistente di Ernesto Basile alla Cattedra di Architettura
Tecnica dal 1897 al 1907
Professore ordinario di Architettura Generale
Preside della Facoltà di Ingegneria dal 1930 al 1940
Membro della Società di Scienze Naturali ed Economiche
dal 1911 e della Reale Accademia di San Luca nel 1940
Direttore Artistico per la produzione di mobili e arredi degli «Stabilimenti Ducrot» dal 1915
Laureatosi
con lode in Ingegneria nel marzo del 1894, presso la Scuola di Applicazione per
Ingegneri della Regia Università di Palermo, Giuseppe Capitò dal 1897 al 1907 è
Assistente di Ernesto Basile alla Cattedra di Architettura Tecnica.
Conseguita
la Libera Docenza in Architettura Tecnica nel 1906, dal 1908 è incaricato
dell’insegnamento di Elementi della Composizione Architettonica.
A partire dal
1891, e per quasi venti anni, è impegnato professionalmente con Ernesto Basile,
del quale è cugino in quanto la madre Isabella Vasari, sposatasi con Michele
Capitò (titolare della Cattedra di Idraulica presso la Scuola di Applicazione
per Ingegneri di Palermo), era cognata di Giovan Battista Filippo Basile, padre
di Ernesto. Dal 1915 sarebbe subentrato a quest’ultimo nell’incarico di
Direttore Artistico per la produzione di mobili e arredi degli «Stabilimenti
Ducrot» di via Paolo Gili a Palermo (attività accertata fino al 1922), accentuandone
il nuovo corso di politica aziendale, già in atto da un lustro, orientato ora alla
riproposizione dei repertori “in stile”, dopo la prevalente impronta modernista
della lunga stagione influenzata da Basile; ne avrebbe fatto seguito, così, la
specializzazione e, quindi, l’affermazione nazionale del mobilificio Ducrot nel
settore degli arredi navali storicisti.
Vincitore di concorso nel 1914, dopo
quattro anni Capitò è titolare della Cattedra di Architettura Generale, materia
che, anche con la successiva denominazione di Architettura e Composizione
Architettonica, avrebbe insegnato fino alla conclusione della sua carriera di
docente universitario. Nel periodo compreso fra il novembre del 1911 e
l’ottobre del 1922 ricopre anche la Cattedra di Disegno d’Ornato ed Elementi di
Architettura presso il Regio Istituto di Belle Arti di Palermo.
Dall’Anno
Accademico 1930/1931 è Preside della Scuola di Ingegneria e poi della Facoltà
di Ingegneria; sarà confermato in questo ruolo, per l’ultima volta, nell’Anno
Accademico 1939/1940, poco prima di morire. Membro della Società di Scienze
Naturali ed Economiche, fin dal 1911, è nominato nel 1940 membro della Reale
Accademia di San Luca. Vincitore nel 1924 del concorso di progettazione,
bandito nel 1922, per l’Imbocco Monumentale di via Roma a Palermo, ne dirige la
costruzione a partire dal 1932.
Personalità di rilievo nella compagine
professionale palermitana dei primi quattro decenni del XX secolo, Giuseppe
Capitò, con il suo pur contenuto novero di significative architetture, ha
rappresentato un robusto punto di riferimento per quella locale maniera
progettuale favorevole ad un cauto rinnovamento prevalentemente circoscritto a dosati
adeguamenti in stile “Arte Nuova” dei soli codici figurali delle fabbriche, senza
tuttavia nette cesure con la positivista tradizione della cultura eclettica del
progetto e, semmai, configurando un orientamento intermedio fra quest’ultima e la
tendenza modernista (del cosiddetto Liberty) affermatasi a Palermo e in gran
parte della Sicilia sulla scia dell’opera di Ernesto Basile. Sono esemplari di
questo novero di architetture di Capitò, che precedono e accompagnano
quell’impegnativa vicenda dell’Imbocco Monumentale di via Roma che ne avrebbe successivamente
indirizzato i modi progettuali verso un rilancio “attualizzato” della
tradizione, sia le fabbriche realizzate (fra cui: Casa Greco in piazza
Politeama del 1892; Palazzina Ribolla invia Rosolino Pilo del 1909; Villa
Lecerf, poi Bordonaro, del 1923; Casamento I.A.C.P. in corso Alberto Amedeo del
1922 - 1923; Palazzo Barraja in via Roma del 1926; Palazzo del Provveditorato
Opere Pubbliche in piazza Verdi del 1931-1934), sia alcuni dei suoi progetti rimasti
alla sola fase di elaborazione grafica (fra cui le tre diverse versioni,
redatte fra il 1906 e il 1929, del Progetto di sistemazione del prospetto su
via Roma del Museo Nazionale e il progetto per il Palazzo Provinciale
dell’Educazione del 1930). Docente stimato e studioso versatile, quanto attento
ai progressi di vari ambiti disciplinari, dal 1901 al 1938 dà alle stampe diversi
studi di Storia dell’Arte, di Estetica, di Storia dell’Architettura, di Teoria
dell’Architettura, di Etnoantropologia; settore quest’ultimo nel quale si afferma
nel 1923 scrivendo la monografia, stampata a Milano per la «Bottega di Poesia»
(editori Piantanida e Valcarenghi), intitolata Il carretto siciliano, relativamente
alla quale Giuseppe Cocchiara nel 1928 (nel suo volume intitolato Gli studi
delle tradizioni popolari in Sicilia) ebbe a dire che con essa «inizia lo
studio sistematico» dell’arte popolare in Italia. Gli anni in cui ricopre il
ruolo di preside sono anche quelli della riforma universitaria del 1934 che
porta alla istituzione delle facoltà, con la conseguente trasformazione delle
modalità di insegnamento delle discipline di Architettura e di Ingegneria.
Verbale CDS Nomina prof. Straordinario
Proposta nomina a prof. Ordinario
Nomina prof. Straordinario
Promozione a prof. Ordinario
Giuramento Direttore
Invito Comitato II Centenario Serpotta
Onorificenza Cavaliere - Comunicazione Ministero
Scheda Personale
Onorificenza Cavaliere - Trasmissione Diploma
Comunicazione Decesso
Simposium del maggio 1908 al Grand Hôtel Villa Igiea in onore di Ettore Ferrari in visita a Palermo in qualità di Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, fotografia di gruppo: in piedi da sinistra a destra Rocco Lentini, Gaetano Geraci, Ettore Ferrari, Vittorio Ducrot, Ernesto Basile; seduti da sinistra a destra Giuseppe Capitò, Antonio Ugo, Mario Rutelli, Ettore Ximenes, Francesco Lojacono (collezione privata, Palermo)
Giuseppe Capitò, progetto di villino per residenza stagionale, veduta prospettica d’insieme (da Ville e Villette Moderne – Progetti e Schizzi di Facciate e Piante, Società Italiana di Edizioni Artistiche C. Crudo & C., Torino 1912)
Giuseppe Capitò, progetto di villino per residenza stagionale, piante, prospetto principale e sezione longitudinale (da Ville e Villette Moderne – Progetti e Schizzi di Facciate e Piante, Società Italiana di Edizioni Artistiche C. Crudo & C., Torino 1912)
Giuseppe Capitò, progetto vincitore nel 1924 del primo premio presentato (in coll. con Domenico Lo Cascio) al concorso di progettazione, bandito nel 1922, per l’Imbocco Monumentale di via Roma a Palermo, veduta prospettica d’insieme del fronte principale su piazza Giulio Cesare (da «Panormus», IV, gennaio-dicembre, 1924)
Giuseppe Capitò, Casamenti popolari I.A.C.P. in corso Alberto Amedeo a Palermo, 1922 - 1923, pianta del piano tipo e alzato del fronte principale (da Relazione del Regio Commissario Dr. Stefano Boscogrande Barone di Carcaci 1922 - 1927, Istituto Autonomo per le Case Popolari di Palermo, Palermo 1927)
Ufficio Tecnico Ducrot, Sala da pranzo nella Real Nave Savoia, realizzazione del 1924 degli stabilimenti «Ducrot» (primo progetto redatto nel 1919 durante la Direzione Artistica di Giuseppe Capitò), fotografia d’epoca (da G. Marangoni, Il mobile italiano contemporaneo - Enciclopedia delle Moderne Arti Decorative Italiane – Vol. I, Casa Editrice Ceschina, Milano 1925; Foto Romano)
Giuseppe Capitò, Sala per bambini, presentata dal mobilificio Paolo Amante di Palermo alla Seconda Mostra Internazionale delle Arti decorative di Monza del 1925 (da G. Marangoni, Il mobile italiano contemporaneo - Enciclopedia delle Moderne Arti Decorative Italiane – Vol. I, Casa Editrice Ceschina, Milano 1925; Foto M. Castagneri)
Giuseppe Capitò, progetto per il Palazzo Provinciale dell’Educazione di Palermo del 1930, alzato del fronte principale (da R. La Franca con S. Di Cristina e S. Lo Nardo, I progetti del Regime: dossiers dei protagonisti, in Palermo: architettura tra le due guerre (1919-1939), S.F. Flaccovio Editore, Palermo 1987)
Ritratto fotografico di Giuseppe Capitò a figura intera, senza data (ma probabilmente ante 1930) e senza timbro o altre indicazioni (Fondo Miscellanea delle Collezioni Scientifiche del Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Palermo)
Giuseppe Capitò, variante (databile 1932) del progetto vincitore nel 1924 del primo premio del concorso di progettazione per l’Imbocco Monumentale di via Roma a Palermo, veduta prospettica d’insieme del fronte principale su piazza Giulio Cesare (da V. Cammarata, Architetture e opere pubbliche a Palermo 1930 1940, Edizioni Novecento, Palermo 1999)
Giuseppe Capitò, Palazzo del Provveditorato alle Opere Pubbliche in piazza Verdi a Palermo, 1931 – 1934, veduta fotografica d’insieme da piazza Verdi, senza data (ma probabilmente 1934) e senza timbro o altre indicazioni (da G. Pirrone, Palermo una capitale- dal Settecento al Liberty, con testi di E. Mauro ed E. Sessa, Edizioni Electa, Milano 1989)
Allegoria in marmo dell’«Ingegneria», di Benedetto De Lisi junior, per la nicchia dell’avancorpo occidentale nel fronte principale del Palazzo del Provveditorato alle Opere Pubbliche, di Giuseppe Capitò (1931-1934), in piazza Verdi a Palermo (fotografia E. Sessa, 2023)